Ambiente e sviluppo
La società moderna, nonostante quello che molti pensano, è l’unica sostenibile sia piano sociale mai comparsa nella storia. Basti dire che negli ultimi due secoli ha triplicato la lunghezza media della vita, ha abolito la schiavitù e ha fatto quasi scomparire il razzismo e le disparità di genere. Ma essa, contrariamente a quello che molti pensano, è anche l’unica sostenibile sul piano ambientale.
Nella fase di crescita che porta dalla povertà al benessere la transizione demografica aumenta la popolazione di 7 o 8 volte. E anche il consumo di cibo pro capite aumenta di diverse volte. Ma la modernizzazione dell’agricoltura fa crescere la produzione del cibo ancora di più, col risultato di diminuire l’impatto delle attività agricole sul territorio. Per quanto riguarda gli altri beni, l’industrializzazione li ha moltiplicati di decine di volte ed è aumentato in proporzione l’impatto ambientale.
Ma esso può essere considerato un’eredità del passato, causato dalla bassissima efficienza produttiva combinata con la crescita demografica esponenziale. Ma poi con lo sviluppo è aumentata l’efficienza produttiva. Inoltre ben presto la produzione dei beni materiali ha raggiunto i limiti del mercato e da quel momento, a seconda dei settori, si è stabilizzata, è diminuita o è crollata. I beni materiali sono stati sostituiti dai servizi che oggi occupano i tre quarti dell’economia. Infine una volta soddisfatti i bisogni primari, passano in prima linea dei bisogni più sofisticati tra cui quello di proteggere l’ambiente e la società moderna è l’unica che ha l’interesse, la capacità e i mezzi economici per farlo.
Per tutti questi motivi i più sviluppati sono oggi molto più sostenibili di mezzo secolo fa: la crescita demografica si è fermata, la superficie dei boschi è raddoppiata, è tornata la fauna selvatica, il livello dei principali inquinanti è crollato e le centrali a turbogas hanno dimezzato le emissioni di anidride carbonica. Infine la società moderna ha già tutte le soluzioni che possiamo desiderare per i principali problemi di oggi, che sono quelli della produzione del cibo e dell’energia, sia nei paesi più sviluppati che negli emergenti.
Per quanto riguarda questi ultimi, essi stanno percorrendo la stessa strada dei primi con solo qualche decennio di ritardo. Anche loro stanno raggiungendo la stabilità demografica e anche le loro economie stanno cominciando a sostituire i beni materiali con i servizi. Infine nei prossimi anni gli aumenti di efficienza diminuiranno ancora di più il consumo di risorse naturali e i danni all’ambiente.
Se molti sono convinti che la società moderna non sia sostenibile, è perché essa è la conclusione di una lunghissima crescita che, a partire dalla Preistoria, ha moltiplicato di mille volte la popolazione e la pressione sull’ambiente, con un’accelerazione nell’era industriale. Ma il punto d’arrivo è l’unica società sostenibile sia sul piano sociale che ambientale mai comparsa nella storia umana.
IL LUNGO PERCORSO DALLA POVERTA' AL BENESSERE MODERNO
LO SVILUPPO COME SOLUZIONE DEI PROBLEMI DELL'AMBIENTE
Nella fase di crescita che porta dalla povertà al benessere la transizione demografica aumenta la popolazione di 7 o 8 volte. E anche il consumo di cibo pro capite aumenta di diverse volte. Ma la modernizzazione dell’agricoltura fa crescere la produzione del cibo ancora di più, col risultato di diminuire l’impatto delle attività agricole sul territorio. Per quanto riguarda gli altri beni, l’industrializzazione li ha moltiplicati di decine di volte ed è aumentato in proporzione l’impatto ambientale.
Ma esso può essere considerato un’eredità del passato, causato dalla bassissima efficienza produttiva combinata con la crescita demografica esponenziale. Ma poi con lo sviluppo è aumentata l’efficienza produttiva. Inoltre ben presto la produzione dei beni materiali ha raggiunto i limiti del mercato e da quel momento, a seconda dei settori, si è stabilizzata, è diminuita o è crollata. I beni materiali sono stati sostituiti dai servizi che oggi occupano i tre quarti dell’economia. Infine una volta soddisfatti i bisogni primari, passano in prima linea dei bisogni più sofisticati tra cui quello di proteggere l’ambiente e la società moderna è l’unica che ha l’interesse, la capacità e i mezzi economici per farlo.
Per tutti questi motivi i più sviluppati sono oggi molto più sostenibili di mezzo secolo fa: la crescita demografica si è fermata, la superficie dei boschi è raddoppiata, è tornata la fauna selvatica, il livello dei principali inquinanti è crollato e le centrali a turbogas hanno dimezzato le emissioni di anidride carbonica. Infine la società moderna ha già tutte le soluzioni che possiamo desiderare per i principali problemi di oggi, che sono quelli della produzione del cibo e dell’energia, sia nei paesi più sviluppati che negli emergenti.
Per quanto riguarda questi ultimi, essi stanno percorrendo la stessa strada dei primi con solo qualche decennio di ritardo. Anche loro stanno raggiungendo la stabilità demografica e anche le loro economie stanno cominciando a sostituire i beni materiali con i servizi. Infine nei prossimi anni gli aumenti di efficienza diminuiranno ancora di più il consumo di risorse naturali e i danni all’ambiente.
Se molti sono convinti che la società moderna non sia sostenibile, è perché essa è la conclusione di una lunghissima crescita che, a partire dalla Preistoria, ha moltiplicato di mille volte la popolazione e la pressione sull’ambiente, con un’accelerazione nell’era industriale. Ma il punto d’arrivo è l’unica società sostenibile sia sul piano sociale che ambientale mai comparsa nella storia umana.
IL LUNGO PERCORSO DALLA POVERTA' AL BENESSERE MODERNO
LO SVILUPPO COME SOLUZIONE DEI PROBLEMI DELL'AMBIENTE