Cargolifter: il dirigibile gigante
John Hooper – Eastern Germany Guardian – 3 febbraio, 2001
E’ così grande che può essere visto dai più alti edifici di Berlino, 45 miglia verso Nord. Potreste farci entrare dentro la Statua della Libertà e la Torre Eiffel distesa per il lungo.
Si innalza sopra un aeroporto militare abbandonato dell’esercito sovietico situato in mezzo ad un bosco di pini e larici vicino alla città di Brand, la tangibile evidenza di un’impresa che sembrava essere stata progettata per sfidare la credibilità e stimolare lo scetticismo, ma che adesso ha cominciato a fare sul serio.
Il piano è di usare l’immensa struttura come un hangar per la costruzione di dirigibili parecchie volte più grandi di quelli costruiti in passato. Essi hanno l’intenzione di guidarli intorno al globo trasportando carichi più pesanti di quelli che possono essere trasportati oggi.
CargoLifter, la ditta intenzionata a trasformare questo sogno in realtà, è stata quotata alla Borsa di Francoforte l’anno scorso, e da allora è diventata una delle 100 più grandi compagnie tedesche in base al valore di mercato.
Seduto alla sua scrivania in un ufficio in un lato del gigantesco hangar, Christoph von Kessel, il direttore di produzione della CargoLifter, richiama un’immagine sullo schermo del suo computer. Essa mostra una enorme macchina che avanza lentamente una miniera a cielo aperto, strappando carbone dalla terra.
“Questa è stata costruita in Germania e mandata in Kazakstan”, dice. “E’ stata costruita, poi divisa in sette parti, trasportata, e infine rimontata e ricontrollata. Ciascun pezzo era un carico pesante che richiedeva di eliminare ponti lungo le strade. Noi avremmo potuto trasportarla tutta intera in una volta sola”. Per spostare un mostro come quello, pensai, dobbiamo prima costruire un mostro enormemente più grande, e qualsiasi cosa che riguardi la CargoLifter è costruito su grande scala.
Alcuni degli operai che lavorano nell’hangar di Brand hanno cominciato ad usare dei micro scooter per attraversarlo. E’ così enorme che il signor von Kessel tiene un binocolo nel suo ufficio per vedere cosa sta salendo sulla cima.
I dirigibili di cui sta pianificando la costruzione dovrebbero essere grandi come una nave da crociera ed ospitare un equipaggio compreso tra 8 e 12 uomini.
E’ previsto che, spinti da motori da elicottero, dovrebbero coprire distanze di oltre 6.000 miglia ad una velocità compresa tra 50 e 70 miglia all’ora.
Il modello di produzione standard, il CL160, dovrebbe essere tre volte più grande dell’Hindemburg, il dirigibile passeggeri che esplose mentre veniva ormeggiato a New York nel 1937.
Quello spettacolare e orribile disastro bruciò nel subconscio collettivo dell’umanità la possibilità di usare i dirigibili come mezzo di trasporto per mezzo secolo.
Gli ingegneri dietro il progetto CargoLifter sostengono che un disastro stile Hindemburg sarebbe impossibile con il CL160, perchè ciò che lo terrà su sarà l’elio, un gas che non è infiammabile. “L’Hindemburg aveva una struttura rigida con compartimenti all’interno pieni di idrogeno. Era stato rivestito di cotone ricoperto con una vernice all’alluminio. Ciò che causò l’esplosione fu un’interazione tra il cotone contenuto nel carbonio, l’idrogeno, l’alluminio della vernice e l’ossigeno dell’aria. Esattamente come in un razzo Ariane”, dice il signor von Kessel.
FONTE:
Cargolifter
www.cargolifter.com
E’ così grande che può essere visto dai più alti edifici di Berlino, 45 miglia verso Nord. Potreste farci entrare dentro la Statua della Libertà e la Torre Eiffel distesa per il lungo.
Si innalza sopra un aeroporto militare abbandonato dell’esercito sovietico situato in mezzo ad un bosco di pini e larici vicino alla città di Brand, la tangibile evidenza di un’impresa che sembrava essere stata progettata per sfidare la credibilità e stimolare lo scetticismo, ma che adesso ha cominciato a fare sul serio.
Il piano è di usare l’immensa struttura come un hangar per la costruzione di dirigibili parecchie volte più grandi di quelli costruiti in passato. Essi hanno l’intenzione di guidarli intorno al globo trasportando carichi più pesanti di quelli che possono essere trasportati oggi.
CargoLifter, la ditta intenzionata a trasformare questo sogno in realtà, è stata quotata alla Borsa di Francoforte l’anno scorso, e da allora è diventata una delle 100 più grandi compagnie tedesche in base al valore di mercato.
Seduto alla sua scrivania in un ufficio in un lato del gigantesco hangar, Christoph von Kessel, il direttore di produzione della CargoLifter, richiama un’immagine sullo schermo del suo computer. Essa mostra una enorme macchina che avanza lentamente una miniera a cielo aperto, strappando carbone dalla terra.
“Questa è stata costruita in Germania e mandata in Kazakstan”, dice. “E’ stata costruita, poi divisa in sette parti, trasportata, e infine rimontata e ricontrollata. Ciascun pezzo era un carico pesante che richiedeva di eliminare ponti lungo le strade. Noi avremmo potuto trasportarla tutta intera in una volta sola”. Per spostare un mostro come quello, pensai, dobbiamo prima costruire un mostro enormemente più grande, e qualsiasi cosa che riguardi la CargoLifter è costruito su grande scala.
Alcuni degli operai che lavorano nell’hangar di Brand hanno cominciato ad usare dei micro scooter per attraversarlo. E’ così enorme che il signor von Kessel tiene un binocolo nel suo ufficio per vedere cosa sta salendo sulla cima.
I dirigibili di cui sta pianificando la costruzione dovrebbero essere grandi come una nave da crociera ed ospitare un equipaggio compreso tra 8 e 12 uomini.
E’ previsto che, spinti da motori da elicottero, dovrebbero coprire distanze di oltre 6.000 miglia ad una velocità compresa tra 50 e 70 miglia all’ora.
Il modello di produzione standard, il CL160, dovrebbe essere tre volte più grande dell’Hindemburg, il dirigibile passeggeri che esplose mentre veniva ormeggiato a New York nel 1937.
Quello spettacolare e orribile disastro bruciò nel subconscio collettivo dell’umanità la possibilità di usare i dirigibili come mezzo di trasporto per mezzo secolo.
Gli ingegneri dietro il progetto CargoLifter sostengono che un disastro stile Hindemburg sarebbe impossibile con il CL160, perchè ciò che lo terrà su sarà l’elio, un gas che non è infiammabile. “L’Hindemburg aveva una struttura rigida con compartimenti all’interno pieni di idrogeno. Era stato rivestito di cotone ricoperto con una vernice all’alluminio. Ciò che causò l’esplosione fu un’interazione tra il cotone contenuto nel carbonio, l’idrogeno, l’alluminio della vernice e l’ossigeno dell’aria. Esattamente come in un razzo Ariane”, dice il signor von Kessel.
FONTE:
Cargolifter
www.cargolifter.com